Cooperativa EVA. Ragazza uccisa – Santarpia, investire su educazione all’affettività. Palladino, spostare l’asse degli interventi sulla prevenzione
ROMA, 28 MAG – “Non si può morire a 14 anni uccise dal proprio ex fidanzato 18enne come Martina Carbonaro ad Afragola”. Lo afferma Daniela Santarpia, presidente della cooperativa sociale Eva che in Campania gestisce 5 centri antiviolenza e 3 case rifugio. “Questa morte efferata e assurda – sottolinea – chiama in causa il lavoro di prevenzione, in particolare l’educazione all’affettività, che non è ancora riconosciuta dallo stato come priorità e non è integrata in maniera coerente e sistematica nei programmi scolastici come sarebbe necessario, né trova sempre interventi che seguano le indicazioni della Convenzione di Istanbul”.
“Ancora una volta – spiega la sociologa Lella Palladino, fondatrice della cooperativa sociale Eva e vice presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila – si riconferma quanto andiamo ripetendo da tempo, ovvero che bisogna spostare l’asse degli interventi sulla prevenzione e, come stiamo facendo con l’Osservatorio distrettuale sulla violenza di genere presso la Procura della Repubblica di Napoli – guidato dal Procuratore Generale Aldo Policastro e dalla presidente della Corte d’Appello di Napoli Maria Rosaria Covelli e nato da un Protocollo d’intesa con la cooperativa Eva – concentrarsi sulla formazione degli operatori di giustizia e di tutti/e coloro che intervengono nelle scuole e in tutti i contesti sociali”.
“Uno dei tavoli su cui si focalizzerà il lavoro dell’Osservatorio è dedicato proprio alla formazione – prosegue Palladino – Dobbiamo partire dalla lettura femminista della violenza, per affrontare quegli stereotipi e pregiudizi che legano ancora la costruzione dell’identità di genere maschile al possesso e controllo della propria partner, al punto da non riuscire a sostenere la libertà di scelta delle ragazze e delle donne fino alle estreme conseguenze del femminicidio”, conclude la sociologa.
(fonte: ANSA)
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